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design per la sostenibilita' e la comunicazione sociale

PLANT BLINDNESS
Un fenomeno sociale con implicazioni ambientali
Scelgo di agire insieme alle comunità educanti per generare il cambiamento culturale che vorrei.
Genero una campagna di educazione ambientale per prevenire il fenomeno del Plant Blindness.

Cos'è il Plant Blindness
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Si riferisce alla tendenza a ignorare le specie vegetali, non notare le piante intorno a noi, non riconoscere la loro importanza per la biosfera e per l'uomo, e persino a vedere le piante come inferiori agli animali. La plant blindness è stata introdotta da Elisabeth Schussler e James Wandersee nel 1998.
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Conseguenze:
Questa "cecità" può avere conseguenze negative, sia per l'ambiente che per l'uomo.Ad esempio, porta a sottovalutare il ruolo cruciale delle piante nella lotta contro il cambiamento climatico, nella produzione di ossigeno, e nell'ecosistema.
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Bias cognitivo:
La plant blindness è considerata un tipo di bias cognitivo, ovvero una distorsione nella percezione che può influenzare le nostre decisioni e azioni.
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Importanza della consapevolezza: Comprendere e affrontare la plant blindness può essere fondamentale per promuovere la tutela dell'ambiente e per aumentare la consapevolezza dell'importanza delle piante per la nostra salute e per la sopravvivenza del pianeta.



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Antonia Teatino
o2italia_ilcartolaio del bosco
La mia Routine consapevole per generare cambiamenti di attenzione e sguardi verso lo spazio naturale che mi circonda da replicare, personalizzare, da condividere per fare rete.
Quando esco di casa, non è solo l'inizio degli impegni – scuola, lavoro, commissioni. È l’inizio di un viaggio parallelo. Lo zaino è pronto, dentro ci sono gli oggetti del quotidiano, ma anche gli strumenti del mio piccolo rituale di esplorazione: il telefono con iNaturalist attivo, una bustina di stoffa, e soprattutto uno sguardo allenato.
Cammino piano, con l’occhio del cartolaio.
Lungo i marciapiedi, sui muri screpolati, tra le crepe dell’asfalto… cerco dettagli: una foglia insolita, un fiore selvatico, un seme caduto. Ogni elemento che mi colpisce può diventare un nuovo "carattere" del mio Alfabeto Botanico.
Se la pianta è viva e intatta, scatto una foto e la carico su iNaturalist: un'app meravigliosa che mi connette a una rete di curiosi e naturalisti. Se invece trovo un seme o una foglia già caduti, li raccolgo con rispetto e li conservo nella mia bustina.
Ogni scoperta è un micro-momento di bellezza e attenzione.
Ogni passo è un’occasione per educare lo sguardo, per allenarsi a vedere davvero. Perché riconoscere una pianta significa riconoscerle dignità, presenza, valore.
È questo il cuore della mia azione contro la plant blindness – l’incapacità diffusa di vedere e conoscere il verde che ci circonda.
Quando torno a casa, la raccolta diventa creazione.
Scelgo un elemento e lo trasformo in arte con tecniche cartolaie: stampa botanica, frottage, collage… È così che nasce l'Alfabeto Botanico: da un'andata e un ritorno tra osservazione e creazione.
A volte resta ordinato sul mio tavolo bianco vicino alla finestra.
Collaboro con comunità educanti per portare questo sguardo nei percorsi scolastici, convinta che l’alfabetizzazione botanica sia un atto di cittadinanza ecologica.
Un seme alla volta, insegno a vedere la biodiversità anche dove altri vedono “solo erbacce”.
Questa routine, semplice ma intensa, è il mio modo di rallentare, osservare, imparare – e condividere un invito: inizia anche tu il tuo viaggio di scoperta urbana. Il verde è ovunque. Basta imparare a vederlo.
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